consulenza del lavoro
Consulenza del lavoro – in questa mini guida andrea a percorrere la professione e scopriremo chi è e cosa fa il consulente del lavoro
Il Consulente del lavoro è un professionista abilitato e iscritto nell’apposito albo, che si occupa di consulenza giuridico-economica, prestata nei confronti di aziende e imprese.
Gli argomenti della Guida Societaria
Il contenuto professionale della prestazione offerta dal consulente del lavoro, attiene l’area di gestione del personale dal punto di vista amministrativo.
Ciò significa che l’ambito professionale comprende:
La principale funzione consiste nell’elaborazione delle buste paga e in tutti gli adempimenti conseguenti, oltre a quelli relativi all’avvio, alla gestione e alla cessazione dei rapporti di lavoro.
Per esercitare le funzioni di consulente del lavoro, è richiesto dal 2007 un titolo di studio bene preciso:la laurea. Successivamente è anche necessario svolgere un periodo di praticantato della durata di 18 mesi e, al termine, superare un esame di stato che fornisce il titolo per essere iscritti nell’albo professionale.
Svolgere la professione di consulente del lavoro è incompatibile con la qualifica di impiegati di enti pubblici, di dipendenti degli istituti di patronato, di appartenenti ad organizzazioni sindacali, di giornalisti professionisti, di notai ed esattori di tributi.
Nel nostro ordinamento non sono previste competenze esclusive del consulente del lavoro, perché per la legge italiana esistono anche altri soggetti autorizzati alla tenuta dei libri contabili obbligatori in materia di lavoro. Questi soggetti sono i ragionieri, i dottori commercialisti, gli esperti contabili e gli avvocati.
Il titolo di studio che deve possedere l’aspirante consulente del lavoro è la laurea: triennale o quinquennale in Giurisprudenza, Economia o Scienze Politiche; il diploma universitario o la laurea triennale in Consulenza del Lavoro o la laurea quadriennale in Giurisprudenza, in Scienze Economiche e Commerciali o in Scienze Politiche.
Il futuro consulente dovrà svolgere un periodo di pratica professionale della durata di 18 mesi, presso un consulente del lavoro iscritto all’albo.
Al termine del praticantato si potrà sostenere l’esame di stato, composto da due prove scritte e una prova orale. Le materie oggetto della prova sono: diritto del lavoro, legislazione sociale, diritto tributario, elementi di diritto privato, pubblico e penale e nozioni generali di ragioneria.
Al superamento dell’esame finale, si acquista il diritto di essere iscritti nell’albo professionale con l’obbligo della formazione continua, di solito annuale.
Dopo un calo di guadagni registrati nel 2014, oggi la professione di consulente del lavoro torna a rendere.
In questo caso i guadagni sono inferiori, rispetto ad un autonomo, ma sono pressochè garantiti in misura fissa. La cifra all’anno si aggira intorno ai 25.000 euro lordi.
All’anno il guadagno medio di questa tipologia professionale si colloca tra i 45.000 e i 50.000 euro lordi. I guadagni sono più considerevoli, ma il fattore rischio è maggiore. Inoltre il guadagno dipenderà dal numero di clienti e dalla fiducia che si riuscirà ad ispirare. Si può arrivare anche agli 80.000 euro lordi annuali.