
Disoccupazione di equilibrio
Le determinanti di mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro da cui discende la disoccupazione di equilibrio possono essere il regime sindacale e la prassi delle relazioni sindacali, le modalità di determinazione dei salari, il regime di indennità di disoccupazione in termine di valori erogati e di tempistiche connesse.
Il mercato del lavoro è in equilibrio se la disoccupazione è stabile e si ha un salario reale costante.
La curva di Phillips descrive il rapporto tra tasso di variazione del salario reale e tasso di disoccupazione, e si fonda sull’osservazione che le fasi di espansione economica sono caratterizzate da un aumento dei salari reali: un elevato tasso di disoccupazione porta a diminuire il salario reale, mentre un basso tasso di disoccupazione fa crescere il salario reale.
Nel breve periodo la politica economica può scegliere tra inflazione e disoccupazione.
Se la politica economica espande la domanda aggregata può ridurre la disoccupazione ma solo a costo di una più alta inflazione.
Nelle trattazioni di politica economica si fa riferimento al livello di disoccupazione che si determina quando tutti i mercati di un’economia sono in equilibrio e non c’è difetto di domanda aggregata.
L’inflazione effettiva è uguale a quella prevista.
Il NAIRU (Non accelerating Inflation Rate of unemployment) è il tasso per il quale il salario rimane stabile e il tasso di disoccupazione costante, e dipende negativamente dagli incrementi di produttività.
Incrementi di produttività determinano aumento del potere di acquisto ma non generano inflazione, il NAIRU è influenzato dai guadagni di potere di acquisto attesi dai lavoratori e nel lungo termine potrebbe essere pari ai guadagni di produttività del lavoro.
L’aumento tendenziale della pressione fiscale può intervenire sul NAIRU e può essere per un intervento sui margini fiscali delle imprese.
Il NAIRU dipende dalla sensibilità del salario reale al tasso di disoccupazione.
Il modello WS-PS (Wage settings-Price Settings) analizza le determinanti del tasso di disoccupazione e le collega alle strutture del Mercato del lavoro.
Il Wage settings riguarda la contrattazione salariale tra impresa e lavoratori: le imprese fissano i prezzi dei beni prodotti e i lavoratori e le imprese contrattano i salari.
La determinazione dei salari è spiegata da teorie differenti quali quelle fondate sul potere contrattuale o sui salari di efficienza.
Con entrambe le teorie si può costruire un’equazione del salario secondo la quale il salario dipende dai prezzi attesi in relazione alle variazioni della disoccupazione e di altre variabili istituzionali del mercato del lavoro.
Nei nuovi approcci agli studi del mercato del lavoro della metà degli anni ’80 gli economisti pongono in attenzione due elementi di rilievo:
– forza contrattuale: nei casi in cui si registra una bassa disoccupazione, la forza dei lavoratori aumenta; e quando la disoccupazione diminuisce, l’impresa può aumentare i salari per ridurre le probabilità che i lavoratori cambino lavoro
– salari di efficienza: tenuto conto del fatto che le imprese possono voler pagare un salario superiore per aumentare la probabilità che i lavoratori più produttivi rimangono in azienda.
Nei modelli vigenti erano presenti rigidità tra cui dei fattori istituzionali a tutela del lavoro, delle imperfezioni del mercato dei beni, un ruolo di incidenza sulla produzione del progresso tecnico.
Il mercato del lavoro può realizzare condizioni di equilibrio in presenza di disoccupazione involontaria.
Con WS-PS le imprese fissano i prezzi dei prodotti, i salari sono determinati da una contrattazione tra imprese e lavoratori.
Ai lavoratori e all’impresa non interessa tutto il livello dei salari nominali ma il salario reale.
Tenuto conto che il livello dei prezzi non è conosciuto al momento del contratto di lavoro, il salario nominale viene fissato sulla base dei prezzi attesi.
Può essere utile esaminare separatamente la determinazione dei salari (WS) e quella dei prezzi (PS).
Per quanto riguarda la determinazione dei salari, il salario nominale dipende direttamente dal livello dei prezzi atteso, indirettamente dal tasso di disoccupazione, direttamente dalla protezione dei lavoratori (salario minimo, sussidi di disoccupazione, costi di licenziamento).
Nella determinazione dei salari si tiene conto di una relazione negativa tra salario reale e tasso di disoccupazione e una relazione positiva tra salario reale e protezione dei lavoratori.
I prezzi dei beni (PS) dipendono dai costi di produzione in cui il lavoro è l’unico fattore produttivo, la produzione è funzione dell’occupazione e della produttività, e il prezzo di vendita dei beni è un ricarico sul costo marginale.
Il salario reale delle imprese aumenta all’aumentare della produttività mentre diminuisce se il ricarico delle imprese cresce.
La disoccupazione di breve periodo non coincide con il livello di equilibrio per la presenza di rigidità nominali (lento e graduale aggiustamento di salari e prezzi).
Nel caso di shock di offerta, inflazione e disoccupazione si muovono nella stessa direzione.
Il modello WS-PS spiega la disoccupazione fondata sul rilievo della contrattazione collettiva e dei sindacati.
La persistenza della disoccupazione si può spiegare facendo dipendere prezzi e salari dal livello di disoccupazione e dalle variazioni.
Dopo un certo periodo di tempo di disoccupazione, i disoccupati escono dal mercato del lavoro.
I modelli di matching sono la formazione delle relazioni con riferimento al mercato del lavoro.
Il modello descrive l’incontro tra impresa e lavoratore sulla base delle caratteristiche alla luce delle quali viene contratto il salario.
L’attenzione va centrata sui flussi in entrata e uscita nel mercato del lavoro, tenendo conto delle questioni frizionali che possono realizzarsi con lavoratori senza occupazione e posti di lavoro vacanti.
Si studiano le interazioni tra soggetti diversi alla ricerca di una controparte.
Si confronta un’impresa che vuole lavoratori con det caratteristiche, e lavoratori che chiedono uno specifico lavoro.
Secondo i modelli di matching il tasso di disoccupazione dipende dall’efficienza del processo di matching, per cui una maggiore efficienza nel matching determina un minore costo medio di un posto di lavoro, quindi diminuisce al crescere della produttività.
L’effetto è l’aumento dell’occupazione, la diminuzione attesa della disoccupazione e l’aumento dell’utilità per il lavoratore, l’aumento del salario negoziato con un minore impatto favorevole sull’occupazione.
Il tasso di disoccupazione dipende dallo sforzo di ricerca di occupazione che può determinare migliore probabilità di trovare un posto, effetto condizionato dall’aumento del salario negoziato.
Il tasso dipende anche dal tasso di distruzione del lavoro connesso all’innovazione, oltre che dal potere di contrattazione dei lavoratori, dai sostegni al reddito.
Un aumento del sostegno al reddito determina un aumento del salario negoziato e dalla produttività del lavoro che induce un aumento del profitto atteso e un aumento dell’occupazione.
Una spiegazione del modello di matching si ritrova nelle dinamiche del tasso di interesse in quanto un aumento del tasso di interesse, che è una maggiore attenzione al presente, determina una riduzione della stima dei profitti attesi da posti di lavoro vacanti.