La politica regionale è il principale strumento d’intervento dell’UE ed assorbe molte risorse del bilancio eu.
Gli obiettivi generali sono il finanziamento delle infrastrutture strategiche di comunicazione e trasporto, il sostegno alla transizione ad un’economia più compatibile con la gestione dell’ambiente, la promozione dell’innovazione e la competitività nelle PMI, poi il rafforzamento dei sistemi di istruzione, generare nuova occupazione duratura e la creazione di una società più inclusiva.
La politica regionale svolge una funzione di catalizzatore di finanziamenti pubblici e privati e dovrebbe essere strumento di solidarietà tra regioni a differente livello di sviluppo consentendo la migliore espressione del potenziale di sviluppo di ciascuna area.
Normalmente la politica regionale viene denominata politica di coesione sia con riferimento alla coesione economica e sociale rilanciando la competitività e la crescita economica sostenibile e generando un migliore tenore di vita, sia alla coesione territoriale con forme di collaborazione nuove per affrontare problemi dei territori come nel caso di cambiamenti climatici.
La politica regionale è complementare rispetto alle altre politiche eu quali la politica dell’istruzione, occupazione, energia, ambiente, mercato unico, ricerca e innovazione, ma soprattutto deve rafforzare la fiducia degli investitori.
A conclusione del periodo di programmazione 2007-2013 l’Ue con la Strategia 2020 ha assunto cinque obiettivi strategici da conseguire entro il 2020 relativi a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva: Occupazione per il 75% dei cittadini in età 20/64 anni; Ricerca e sviluppo con destinazione di almeno il 3% del PIL nell’UE; Cambiamento climatico e sostenibilità energetica 20% in meno gas serra, 20% energia da rinnovabili, 20% di maggiore efficienza energetica; Istruzione con riduzione dei tassi abbandono a meno del 10%; Lotta alla povertà ed esclusione sociale con 20 milioni di cittadini in meno in condizioni di esclusione sociale o a rischio povertà.
Con riferimento agli obiettivi precedenti ciascuno degli Stati membro è chiamato a declinare queste indicazioni.
Gli strumenti più noti dell’intervento regionale eu a prescindere dai fondi per l’agricoltura, sono il Fondo Eu di Sviluppo Regionale (FESR) per sostenere le dotazioni infrastrutturali ed il Fondo Sociale Eu (FSE) per il sostegno dell’occupazione.
Il finanziamento delle politiche comunitarie ha luogo anche con i Fondi strutturali e di investimento costituiti dal: Fondo di coesione (FSC) che investe nella rete di trasporti e progetti ambientali; Fondo eu agricolo di sviluppo rurale (FEASR) per l’innovatività e sostenibilità del settore agricolo; Fondo eu per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP); Fondo di solidarietà dell’UE (FSUE) per gravi calamità naturali.
– Il FESR interviene nei settori che stimolano la crescita per promuovere la competitività e creare occupazione in
tutte le regioni e città dell’UE.
Gli interventi del FESR sono destinati ad affrontare le sfide economiche, ambientali e sociali, a promuovere lo sviluppo urbano sostenibile nelle aree urbane.
Presta attenzione alle specificità del territorio: aree geograficamente svantaggiate; regioni ultraperiferiche come isole Canarie.
Il FESR promuove e finanzia anche la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale (cooperazione territoriale eu) in molti settori diversi quali quelli su infrastrutture comuni di trasporto, reti di innovazione e comunicazione, progetti di commercio transfrontaliero, gestione congiunta delle risorse naturali e collegamenti fra aree urbane e rurali.
– Il FSE, istituito nel 1958, è il primo dei fondi strutturali.
Assiste le persone in cerca di lavoro facendo in modo che abbiano accesso a una formazione adeguata per migliorare le loro prospettive di occupazione e aiuta i lavoratori a riqualificarsi, acquisire nuove competenze e adattarsi al mutare delle situazioni professionali.
Finanzia progetti per combattere la discriminazione e aiutare le comunità emarginate a integrarsi nella società.
Investe nell’efficienza delle amministrazioni pubbliche e dei servizi pubblici affinché le istituzioni competenti conseguano gli obiettivi fissati in materia di istruzione, occupazione, politiche sociali e altre politiche.
– Il FSC, Fondo di coesione istituito nel 1994, investe nelle reti di trasporto e nell’ambiente nei paesi membri con un PIL inferiore al 90 % della media UE-28 (Eu centrale e orientale, Cipro, Malta, Grecia e Portogallo).
Promuove la crescita economica sostenibile e riduce le disparità economiche e sociali migliorando l’accessibilità e la connettività regionale.
Sostiene la rete trans eu di trasporto (TEN-T), fondamentale per il buon funzionamento del mercato interno e per la libera circolazione di persone e merci in Eu e nel mondo grazie al trasporto terrestre, marittimo e aereo.
Investe nell’adattamento ai cambiamenti climatici e nella prevenzione dei rischi, nei servizi idrici e di gestione dei rifiuti e nell’ambiente urbano.
Finanzia progetti nel settore dell’efficienza energetica e dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili nelle imprese e infrastrutture pubbliche.
Finanzia reti di base per i trasporti per collegare l’Europa, uno strumento strategico per investire nell’infrastruttura a banda larga e nei servizi pubblici online, ma anche in infrastrutture per strade, ferrovie, elettricità e gasdotti.
Interconnessioni più efficienti concorrono a creare più opportunità commerciali, più sicurezza energetica e possono agevolare il lavoro e i viaggi, con risvolti positivi per imprese e cittadini in tutta l’UE. L’utilizzo delle risorse del FSC deve rispettare l’obiettivo della prevalente destinazione delle risorse ad obiettivi di riequilibrio economico e socio.
Le risorse debbono essere addizionali a quelle messe a disposizione dalle politiche ordinarie.
Tali obiettivi sono espressi in un Programma attuativo relativo all’area di intervento da cui deve emergere un collegamento e una coerenza con la strategia di politica regionale.
Per coordinare meglio i fondi ed evitare sovrapposizioni, l’UE ha definito regole comuni per i cinque fondi strutturali e di investimento eu (ESIF), per determinare legami più forti con altri strumenti dell’Unione, fra cui il nuovo programma di ricerca e innovazione Orizzonte 2020 progetti da finanziare debbono rispondere a strategie di sviluppo reali.
Ci si riferisce all’elaborazione di strategie di specializzazione intelligente in settori capaci di offrire il massimo potenziale di crescita e competitività e promuovere collaborazioni fra università, istituti di ricerca, imprese e pubbliche amministrazioni per sviluppare prodotti e servizi innovativi, così come alle strategie per ridurre la disoccupazione giovanile e combattere la discriminazione garantendo il rispetto delle norme ambientali, riforme favorevoli alle imprese, misure per migliorare gli appalti pubblici.
Le strategie devono essere coerenti con i
«programmi nazionali di riforma» concordati nel semestre eu, il sistema messo a punto dall’UE per la gestione collettiva dell’economia.
Nel semestre eu si fa una verifica dello stato di salute delle economie dell’Ue che riunisce tutti i paesi membri e le istituzioni dell’UE e fornisce raccomandazioni specifiche per le riforme economiche da adottare.
Il FESR è anche una delle fonti di finanziamento delle strategie macroregionali, che affrontano sfide comuni a più paesi in un’area geografica specifica.
Due di queste strategie dell’UE sono già in atto, nella regione del Mar Baltico e in quella danubiana, mentre sono in corso di elaborazione altre strategie per la regione adriatico – ionica e le zone alpine.