Politica economica per l’agricoltura
Molte sono le ragioni dell’intervento pubblico in agricoltura, e si sono consolidate nel tempo per la debolezza e la vulnerabilità economica e sociale del settore con alta sensibilità agli eventi naturali e macroeconomici, instabilità dei prezzi dei prodotti con ripercussioni sui redditi degli agricoltori.
La struttura frammentata dell’offerta agricola ha molteplicità e indipendenza di offerenti, limitato volume individuale dell’offerta (differentemente da altri settori in cui prevale una struttura più concentrata dell’offerta sia sul mercato dei prodotti che dei fattori) con conseguente impossibilità dai produttori agricoli di controllare l’offerta.
A ciò si aggiunge la rigidità della domanda dei prodotti agricoli in termini di reddito e di prezzo.
Un’altra motivazione è la bassa elasticità dell’offerta agricola nel breve periodo, differente a seconda della lunghezza dei cicli ed all’importanza del settore.
A ciò si aggiunge il carattere naturale della produzione agricola, la rigidità dei fattori della produzione quali la dotazione di capitali, la deperibilità dei prodotti o gli elevati costi di conservazione.
Molte produzioni agricole sono congiunte (per la bassa elasticità nel breve periodo dell’offerta agricola).
L’agricoltura ha stagionalità dei flussi di produzione.
Se si escludono alcune produzioni animali come quelle del latte, la produzione agricola non può essere ottenuta in tutti i periodi dell’anno, ma è un’offerta puntuale e non continua nel tempo, che segue i ritmi biologici.
La produzione puntuale deve fronteggiare invece un consumo continuo nel tempo; e la possibilità di saldare produzione e consumo è legata alla conservabilità del prodotto (cereali, ortofrutta fresca).
Molti sono gli interventi possibili per lo sviluppo dell’agricoltura.
Interventi lato offerta: diretti come controllo delle importazioni, stabilizzazione e garanzia dei prezzi agricoli alla produzione, controllo e gestione degli stocks, aggiustamento della produzione; indiretti come concentrazione dell’offerta e miglioramento del rapporto tra produttori e primi acquirenti, con aggregazioni quali cooperazione, associazionismo, interprofessione.
Interventi sono possibili sul commercio estero con dazi fissi o mobili, contingenti, sussidi all’esportazione, tasse all’esportazione.
Per controllare i prezzi possono essere attuate misure di stabilizzazione dei prezzi e di garanzia dei redditi agricoli, come sostegno e stabilizzazione dei prezzi, integrazione dei prezzi, garanzia del reddito.
C’è infine il controllo e gestione degli stocks con interventi di ammasso pubblico e privato.
La politica economica può intervenire anche con aggiustamento della produzione con quote di produzione o programmi di non coltivazione della terra (set aside), o incentivi alla riconversione produttiva.
Altre garanzie di collocamento dell’offerta: aiuti alimentari.
Gli intervent i sulle importazioni : dazi (tasse imposte alla frontiera, sono fissi se per unità di prodotto importato, o ad valorem se calcolati in % sulle importazioni); contingenti di importazione come limitazioni quantitative alle importazioni determinate dall’Autorità Pubblica su base annuale o pluriennale, in termini di quantità da importare, su cui si possono applicare anche dei dazi.
L’uso dei contingenti è affiancato talvolta dalla concessione di licenze di importazione a soggetti autorizzati (commercianti, industriali, trasformatori), da contingenti calcolati secondo “calendari di importazione”; altre restrizioni alle importazioni come barriere non tariffarie (regolamenti sanitari).
Dazi e contingenti: nel lungo periodo i produttori aumentano i loro ricavi, aumenta la produzione interna, si riducono
le importazioni, i consumatori diminuiscono il consumo, lo Stato incassa il dazio (nei contingenti è uguale, ma lo stato non ha entrate e i contingenti sono abbinati ai dazi per impedire rendite ai commercianti).
Intervent i sulle esportazioni : sussidi alle esportazioni denominati restituzioni con riduzione dell’offerta interna necessaria per sostenere il prezzo di un prodotto, tramite incentivi alle esportazioni.
Gli effetti dei sussidi alle esportazioni sono un aumento del prezzo sul mercato interno, una riduzione del consumo interno e trasferimento di reddito dai consumatori ai produttori, trasferimento di reddito dall’erario ai produttori.
Ci sono poi le tasse all’esportazione con imposizioni doganali alle esportazioni per garantire l’autoapprovvigionamento interno a prezzi ragionevoli per i consumatori.
Problemi del controllo sul commercio estero: riduzione della domanda interna, maggior costo per lo Stato (nel caso di produzione eccedente), distorsione del commercio mondiale, isolamento dal mercato internazionale.
Vantaggi: efficaci misure per aumentare la produzione interna; contenimento di lavoro burocratico limitato a un controllo per la gestione delle politiche alla frontiera.
Le questioni più critiche degli interventi sui mercati mondiali sono i problemi in sede GATT-WTO (organismi che promuovono la liberalizzazione del commercio internazionale) per ridurre e eliminare le restituzioni all’esportazione.
Tra gli interventi vanno citate le misure di stabilizzazione dei prezzi e dei redditi agricoli con il sostegno con l’impiego di prezzi garantiti.
Questi interventi pongono problemi sulla fissazione del livello di prezzo e di protezione oltre a fronteggiare casi di penuria ed eccedenza.
Si realizzano costi amministrativi elevati per lo stoccaggio e lo smaltimento delle eccedenze.
Es. è la politica dei mercati della CEE dove il costo delle misure di interventi gravano sui consumatori e sui contribuenti.
Altri interventi riguardano l’integrazione dei prezzi ottenuto dei prodotti ( deficiency payment): resta libera l’importazione dal mercato mondiale; l’Autorità Pubblica integra il prezzo dei prodotti interni per raggiungere un “prezzo obiettivo” ed aiuti forfettari ad ettaro o a capo.
Effetti: nel prezzo garantito, se il produttore aumenta i ricavi, aumenterà il prezzo per i consumatori; nell’integrazione dei prezzi, il produttore aumenta i ricavi, il consumatore non viene toccato dalla misura e lo Stato sopporta il costo diretto; nel caso di aiuti forfettari ad ettaro o a capo il produttore deve garantire la coltivazione o l’allevamento, ma non è legato alla quantità offerta.
Gli interventi di controllo quantitativi dell’offerta: lo Stato può organizzare direttamente o indirettamente la produzione nel caso di produzioni non deperibili.
Il controllo dell’offerta avviene tramite stoccaggio alla raccolta o nelle annate più favorevoli, adeguando l’offerta alla domanda, per stabilizzare i prezzi.
La gestione degli stocks avviene direttamente dall’Autorità Pubblica (ammasso pubblico) con un’agenzia a ciò deputata, o in modo indiretto con incentivi allo stoccaggio dai privati (ammasso privato).
Gli interventi di controllo quantitativo sono le quote di produzione, stabilizzatori e Quantità Massime Garantite (QMG) di sostegno, decisioni di non coltivazione della terra (set aside) e incentivo alla riconversione produttiva.
Le quote di produzione sono quantitativi massimi per il quale è possibile ricevere il finanziamento dell’autorità pubblica, come il sostegno comunitario nel settore del latte tramite prelievo supplementare, o nel settore dello zucchero con riferimento a limiti di garanzia.
La non coltivazione della terra (set aside) viene praticata nei seminativi: il set aside può essere classificato in base all’obbligatorietà (volontario, obbligatorio) o in base all’avvicendamento (rotazionale o fisso); in base all’obiettivo come strumento di controllo dell’offerta o accoppiando anche finalità ambientali.
Altri strumenti di controllo quantitativi sono i premi di estirpazione nel settore vitivinicolo o frutta della, premi alla estensivizzazione, aiuti alla riconversione con fini ambientali, aiuti alla trasformazione merceologica come nel settore vitivinicolo con gli aiuti alla trasformazione in succo d’uva e mosti concentrati, aiuti alla trasformazione in alcol, aiuti alla produzione di energia da biomasse e aiuti alle colture energetiche.
L’autorità pubblica determina, al mese o all’anno, le quantità da importare su cui si possono applicare anche i dazi.