
Politica europea di sviluppo rurale
La Politica eu di sviluppo rurale 2014-2020 è il II Pilastro e integra con interventi generali le misure di gestione dei mercati agricoli e cioè il primo Pilastro.
Essa si fonda sugli obiettivi di Competitività delle agricolture; Gestione sostenibile delle risorse naturali; Sviluppo equilibrato dei territori rurali.
La politica viene attuata con Programmi di sviluppo rurale (PSR) nazionali e regionali settennali.
La riforma del 2013 con alcuni cambiamenti migliora l’approccio strategico nell’elaborazione dei programmi di sviluppo rurale, rafforza le misure di sviluppo rurale, semplifica le norme e riduce gli oneri amministrativi, determina più sinergie tra politica di sviluppo rurale e altri fondi strutturali e di investimento.
L’UE definisce un Quadro Strategico Comune (QSC) nel quale sono fissati gli orientamenti di ciascun settore produttivo e di carattere trasversale specifici per la SR.
Si traducono gli obiettivi in priorità e focus area per l’azione comune di tutti i fondi strutturali.
Lo Stato Membro elabora un Contratto di Partenariato con il quale fa propri gli obiettivi di fondo dell’UE in considerazione dei bisogni del territorio.
Assicura il coordinamento territoriale, l’efficienza e l’efficacia delle azioni.
Gli Stati membri elaborano Programmi di sviluppo rurale (PSR) fondati su almeno quattro delle sei priorità comuni dell’UE: promozione del trasferimento di conoscenze e dell’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali; potenziamento della redditività e della competitività di tutti i tipi di agricoltura e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e una gestione sostenibile delle foreste; promozione di una più efficiente gestione e l’organizzazione della filiera alimentare, del benessere degli animali e della gestione dei rischi nel settore agricolo; preservazione, ripristino e valorizzare degli ecosistemi dell’agricoltura e foreste; incoraggiamento dell’uso efficiente delle risorse e passaggio a un’economia a basse emissioni di CO2 e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale; promozione dell’integrazione sociale, riduzione della povertà e sviluppo economico nelle zone rurali.
In ciascuna priorità di sviluppo rurale lo stato membro individua dei “settori prioritari” di intervento.
Nei programmi di sviluppo rurale, gli Stati membri o le Regioni fissano obiettivi quantificati secondo i settori prioritari sulla base di un’analisi delle esigenze del territorio.
Il finanziamento delle azioni previste ha luogo con fondi comunitari, dello Stato, delle Regioni e dei privati.
L’UE interviene tramite il Fondo Eu Agricolo per lo Sviluppo Rurale FEASR (REg. CE n. 1698/2005) destinato a finanziare il miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale, dell’ambiente e del paesaggio, della qualità della vita nelle zone rurali e la diversificazione dell’economia rurale.
Con il sostegno del FEASR, le zone rurali hanno il sostegno supplementare erogato in altri fondi comunitari il Fondo eu di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale eu (FSE), il Fondo di coesione, il Fondo eu per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).
Il Quadro strategico comune (QSC) consente di massimizzare le sinergie tra tutti i fondi strutturali e d’investimento da impiegare per rispondere agli obiettivi della Strategia eu 2020.
Per tener conto delle differenze di sviluppo esistenti in Eu, il cofinanziamento dell’UE con FEASR aumenta fino al 85% in Regioni dell’Obiettivo 1.
Conseguenza che sostituisce l’Obiettivo 1 e che concerne quelle regioni eu nelle quali il PIL pro capite, calcolato in base ai dati del triennio precedente al 2006, è inferiore al 75% della media dell’UE.
Nelle altre regioni si riduce al 50%.
Le innovazioni introdotte in questa strategia di politica di sviluppo rurale prevedono che una parte del contributo sia riservato a LEADER e cioè a programmi di animazione rurale, e una quota venga riservata alle misure agro ambientali.
Viene lasciata autonomia agli Stati membri nel determinare le scelte di finanziamento in relazione alle proprie esigenze rispettando alcuni tetti.
La programmazione dello sviluppo prevede una premialità per gli stati più efficienti.
Si definiscono dei traguardi critici ed il 5% delle risorse è distribuito a beneficio dei Piani di Sviluppo Rurale che abbiano conseguito i migliori risultati.
Si introduce la condizionalità ex ante, per cui nella progettazione degli interventi bisogna dimostrare di avere sufficienti risorse umane, assistenza tecnica, iniziative per animare le azioni innovative, approcci appropriati per la definizione di progetti di sviluppo locale, sufficienti capacità per monitoraggio e valutazione.
Il programma nazionale di sviluppo rurale dell’Italia è stato adottato nel 2015 e si focalizza sulle problematiche della prevenzione e gestione dei rischi aziendali, sulla salvaguardia della biodiversità animale e sull’efficiente uso delle risorse idriche.
I PSR sono elaborati per Regione con la possibilità di definire un National Framework che contenga alcune misure comuni, come gestione del rischio, e lista di interventi per specifiche priorità.
I PSR contengono elementi di analisi ex ante del territorio, le analisi swot delle minacce e ì opportunità che si offrono ai territori, le misure per priorità, indicando gli obiettivi.
Questi elementi sono corredati da un Piano finanziario e da un Programma di implementazione.
I grandi obiettivi che il PSR si à proposto con riferimento all’esperienza italiana hanno riguardato l’organizzazione della filiera alimentare, individuando la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo.
Un secondo grande obiettivo è la preservazione, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi sull’agricoltura e selvicoltura a cui si aggiunge un altro obiettivo strategico, che è l’efficiente uso della risorsa nel quadro di un controllo del cambiamento climatico.
La Rete Eu per lo Sviluppo Rurale (RESR) è stata costituita dalla Direzione generale dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale della Commissione eu nel 2008 per aiutare gli Stati membri ad attuare i propri Programmi di sviluppo rurale (PSR).
La RESR è una piattaforma per la condivisione di idee ed esperienze sui metodi di attuazione delle politiche di sviluppo rurale e il loro miglioramento.
Partecipano alla Rete le Reti rurali nazionali (RRN), le Amministrazioni e le Istituzioni competenti negli Stati membri, i Gruppi di azione locale (GAL) e le organizzazioni.
La Rete mira ad accrescere il coinvolgimento e l’impegno per lo sviluppo rurale degli stakeholder, accrescere la qualità dei programmi di sviluppo rurale ed informare il grande pubblico sui benefici dello sviluppo rurale.
Il Partenariato Eu per l’innovazione lanciato dall’UE nell’iniziativa “l’Unione dell’innovazione” è promosso per favorire la costituzione di gruppi di lavoro a livello locale per la promozione e la diffusione dell’innovazione per integrare iniziative sul fronte della domanda e dell’offerta di innovazione.
L’obiettivo è organizzare le risorse umane a disposizione dell’UE per ricerca e innovazione e sono costituiti in modo flessibile e multisettoriale a livello locale.
Qui si mettono insieme componenti pratiche di esperienze e componenti scientifiche con un approccio bottom-up (dal basso) su una tematica specifica di interesse, per predisporre progetti concreti volti a collaudare, applicare o disseminare pratiche, prodotti, servizi e tecnologie innovative.
Un premio per l’innovazione è destinato ai migliori progetti e finanziato con una quota dedicata del FEASR.