Come mantenere la continuità aziendale durante le trattative della composizione negoziata Art. 9 L. n. 147/2021
Nel momento in cui un’impresa decide di avviare la procedura di composizione negoziata per affrontare una situazione di crisi e cercare di preservare la propria continuità aziendale, sorge la necessità di comprendere come gestire l’attività durante le trattative. L’articolo 9 della Legge n. 147/2021, intitolato “Gestione dell’impresa in pendenza di trattative”, riveste un ruolo cruciale in questo contesto. Esso stabilisce che l’imprenditore deve mantenere la gestione ordinaria e straordinaria dell’impresa durante la fase negoziale. In questo articolo, esamineremo gli aspetti fondamentali dell’art. 9, analizzando i fattori chiave e il ruolo dell’esperto nel processo decisionale. Scopriremo anche le misure protettive e le implicazioni legali legate alla gestione dell’impresa durante la trattativa.
L’articolo 9 della L. n. 147/2021 stabilisce che se l’imprenditore è insolvente ma presenta concrete prospettive di risanamento, dovrà gestire l’azienda nel prevalente interesse dei creditori. Questo aspetto solleva alcune perplessità, poiché la situazione aziendale in crisi potrebbe portare a difficoltà economico-finanziarie. L’interesse predominante verso i creditori, tuttavia, è fondamentale per garantire una maggiore tutela nei loro confronti e promuovere il successo della composizione negoziata.
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L’art. 9 della L. n. 147/2021 specifica che l’imprenditore dovrà mantenere la gestione ordinaria e straordinaria dell’impresa durante le trattative. Questo include operazioni sul capitale sociale, concessione di garanzie, pagamenti anticipati delle forniture, cessione di crediti, finanziamenti a terzi, e altre azioni straordinarie. La figura dell’esperto assume un ruolo cruciale in questo contesto, guidando l’imprenditore nella scelta delle azioni da compiere e da evitare per garantire la sostenibilità aziendale.
Prima di intraprendere azioni straordinarie o effettuare pagamenti durante le trattative, l’imprenditore deve comunicare l’iniziativa all’esperto. Quest’ultimo valuterà se l’azione potrebbe arrecare pregiudizio e, se del caso, esprimerà il suo dissenso. In caso di persistenza dell’imprenditore nell’effettuare l’azione, l’esperto potrà presentare una dichiarazione scritta a riguardo. Tale dichiarazione diverrà obbligatoria presso il registro delle imprese se il pregiudizio si riversa sui creditori, mettendo a rischio la riuscita della composizione negoziata.
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Le misure protettive sono un elemento importante durante la procedura di composizione negoziata. Se concesse e successivamente contestate dall’esperto, il Giudice può revocarle o abbreviarne la durata. Questo potrebbe avvenire se l’esperto ritiene che l’imprenditore abbia agito in maniera non produttiva, mettendo a repentaglio la fiducia dei creditori e compromettendo l’andamento delle trattative.
Il legislatore ha definito un chiaro nesso tra il dolo e l’eventuale responsabilità dell’imprenditore nei confronti delle azioni intraprese durante la composizione negoziata. Nel caso di piccoli pagamenti volti a ridurre il debito e preservare la continuità aziendale, anche se alterando la par condicio creditorum, non si configura il reato di bancarotta. Tuttavia, è fondamentale che le azioni dell’imprenditore siano in linea con gli scopi della trattativa e non ledano gli interessi dei creditori.
L’esperto svolge un ruolo di terza parte imparziale e, se agisce correttamente, è esente da responsabilità civili e penali. L’imprenditore è tutelato dall’art. 12 della L. n. 147/2021, che preserva gli atti e le azioni conformi all’andamento delle trattative, se l’esperto non ha espresso dissenso. Tuttavia, se l’autorizzazione dell’esperto è basata su informazioni incomplete o errate e il fallimento sopraggiunge, l’imprenditore potrebbe essere chiamato a rispondere civilmente e penalmente.
La gestione dell’impresa in pendenza delle trattative, disciplinata dall’art. 9 della L. n. 147/2021, rappresenta una fase delicata e cruciale per il futuro dell’azienda. Affrontare una situazione di crisi richiede competenza e prudenza, soprattutto nel prendere decisioni che coinvolgono i creditori e il piano di risanamento. È fondamentale affidarsi a esperti qualificati che possano fornire consulenza mirata e guidare l’imprenditore nelle scelte strategiche. Una corretta gestione aziendale durante le trattative può fare la differenza tra il successo della composizione negoziata e il fallimento dell’impresa. Invitiamo, quindi, i nostri lettori a richiedere una consulenza per affrontare al meglio questa fase cruciale della vita aziendale.