il Mentor nelle startup: Ecco chi è cosa fa
Il Mentor nelle startup è il professionista che segue l’imprenditore nella sua fase iniziale del progetto, partendo dalla sua idea
Il Mentor nelle startup è il professionista che segue l’imprenditore nella sua fase iniziale del progetto, partendo dalla sua idea allo stato embrionale fino allo sviluppo della stessa e alla costruzione dell’impresa vera e propria.
Il ruolo del Mentor è quello di guidare, di consigliare, di accompagnare, di predisporre all’azione l’imprenditore indeciso e inesperto ma con tanta grinta, determinazione e un idea brillante in tasca.
Già nella mitologia greca, nell’Odissea, esisteva la figura del Mentore; infatti al Mentore Ulisse affida Telemaco, suo figlio, prima di partire per la guerra di Troia.
Il Mentore ha un ruolo chiave nelle startup che devono saper coniugare innovazione e digitale insieme, secondo processi standardizzati.
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non è l’esperienza professionale o manageriale che qualifica il Mentore; la differenza è data dal metodo, al fine di acquisire il metodo vengono organizzati corsi dall’Entrepreneurship Innovation&Startup (EI&S) strutturati in tre fasi che prevedono il passaggio dalla teoria, alla pratica e infine all’esperienza diretta con startup ad alto livello tecnologico.
I costi dei corsi organizzati dalla School of Management del Politecnico di Milano e il PoliHub sono abbastanza accessibili a tutti, se pensiamo che il prezzo è pari a 1.800,00 + IVA a fronte di un eventuale e immediato inserimento lavorativo in tali contesti.
oltre ad essere già esperti di un settore, come può essere la materia previdenziale, la consulenza del lavoro, la consulenza fiscale, il contenzioso tributario, oppure l’area del e-Commerce e Web Marketing, del Digital Strategy e Crowdfunding, è di fondamentale importanza specializzarsi.
Occorre seguire percorsi training di tre giorni e fare pratica otto settimane a stretto contatto con una startup al fine di acquisire l’attestato di Startup Expert per proporsi come Mentor e Advisor di startup prendendo altresì confidenza con concetti inerenti alla corporate entrepreneurship; successivamente è possibile seguire un percorso privilegiato di 4 mesi riservato a coloro che hanno seguito i precedenti corsi allo scopo di essere inseriti e lavorare all’interno di startup incubate che hanno bisogno di implementare e realizzare praticamente il loro modello di impresa.
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Il Mentor deve aiutare la startup a preparare un pitch deck, un documento redatto sotto forma di slide, da presentare agli investitori per poter partecipare ai bandi indetti dagli incubatori in Italia o all’estero.
L’idea deve essere chiara, organizzata, incisiva, attraente tale da suscitare l’attenzione e la curiosità l’investitore. Di norma, è consigliabile redigere due pitch: uno generale composto da una decina di slide, che parla dell’origine dell’idea, del mercato a cui si rivolge, della modalità della monetizzazione e dei tempi per raggiungere gli obiettivi.
Uno semplificato, perfettamente in aderenza con il bando a cui si intende partecipare, qualora si configura la possibilità di presentarlo di persona, che racchiude i concetti fondamentali e funzionali al progetto. In entrambi i casi vanno redatti in lingua italiana e in lingua inglese.
Il Mentore deve comunicare il progetto su note piattaforme mondiali di crowdfunding.
Deve, infatti, organizzare delle mirate campagne di raccolta fondi online al fine di ricevere finanziamenti. Coloro che decidono di investire nell’idea potranno diventare soci sottoscrivendo quote di capitale della società, dando luogo ad un aumento di capitale a titolo oneroso; oppure potranno ricevere una ricompensa, in cambio, se il progetto avrà successo; dunque la startup elargirà il compenso al professionista sotto una nuova forma innovativa di pagamento, definita “work for equity“.
Il Decreto Crescita 2.0 (D.L 18.102012 n.179) con l’art. 27 comma 1, 2, e 3 ha voluto tutelare i compensi ricevuti da amministratori, dipendenti e collaboratori continuativi da parte di start-up, nei quattro anni dalla loro costituzione, prevedendo che tali redditi fossero esenti dal pagamento delle imposte dirette e dagli altri obblighi contributivi. Di recente è intervenuta anche una Circolare dell’Agenzia delle Entrate 11.06.2014 n. 16/E precisando che tra i soggetti beneficiari possono rientrare solo i collaboratori continuativi e non anche quelli occasionali, il cui reddito rientra nell’ambito dei redditi diversi.
Un notevole caso di successo è l’esperienza di un imprenditore barese, Giovanni Conforti, che ha digitalizzato la sua attività di importazioni dalla Cina, riuscendo a conquistare nuovi clienti grazie alla piattaforma di crowdfunding Mamacrowd.
Nel 2016 ottiene un primo investimento pari a 80.000,0 da parte di L-Venture. Più tardi supera la soglia minima di raccolta prevista e raggiunge ben 260.000,00 euro raccolti sulla piattaforma. La sua salita non conosce tregua perché l’imprenditore mira ad ottenere nuovi investimenti privati superiori al milione di euro.
Alla luce di quanto hai letto e che ti consiglio di approfondire, visionando anche i link che seguono, la raccolta di fondi, tramite piattaforme digitali, rappresenta un occasione preziosa e un’alternativa moderna, alle modalità tradizionali di reperimento capitali, per dare vita alla propria startup.
Con le Startup scoprirai un nuovo modo di lavorare: innovativo, moderno e tecnologico!
Circolare dell’Agenzia delle Entrate 11.06.2014 n. 16/E
Art. 27 comma 1, 2, e 3 del Decreto Crescita 2.0