L’autofinanziamento è la capacità dell’azienda di far fronte alle esigenze finanziarie, si pensi all’azienda che ha sostenuto dei costi per fare investimenti
Indice della guida
L’autofinanziamento è la capacità dell’azienda di far fronte alle esigenze finanziarie, si pensi all’azienda che ha sostenuto dei costi per fare investimenti ma non ha ancora ottenuto degli introiti, senza ricorrere a forme di indebitamento o a capitale di credito ma grazie agli utili conseguiti dall’azienda stessa e non prelevati.
Autofinanziamento come forma di risparmio
L’autofinanziamento inteso come forma di risparmio capace di coprire il fabbisogno finanziario richiesto dalla gestione stessa dell’azienda per sostenere investimenti miranti allo sviluppo aziendale.
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Fabbisogno finanziario e autofinanziamento con le risorse interne
Utilizzando gli utili conseguiti, gli accantonamenti per rischi e oneri, gli ammortamenti, evitando di ricorrere a finanziamenti esterni, riducendo l’indebitamento, riducendo i debiti più di quanto si sono ridotti gli investimenti nel corso della gestione.
autofinanziamento con risorse interne proprie
Il trattamento di fine rapporto, il TFR, rappresenta una delle principali forme di autofinanziamento dell’azienda, infatti è una risorsa a cui è possibile attingere grazie alle quote accantonate durante gli anni.
Utili portati a nuovo sono gli utili non distribuiti tra i soci ma reinvestiti all’interno dell’azienda stessa.
Accantonamenti per fondi rischi e oneri futuri le risorse accantonate consentono di coprire i costi e le perdite che si sono manifestate nell’esercizio. Spesso rappresentano una solida forma durevole di finanziamento per l’impresa. Infatti secondo l’art. 2424 bis, comma 3 del codice civile gli accantonamenti per rischi ed oneri sono destinati a coprire perdite o debiti di natura determinata, di esistenza certa o probabile dei quali tuttavia alla chiusura dell’esercizio sono indeterminati l’ammontare o la data di sopravvenienza.
Ammortamento è un procedimento tecnico-contabile che consente di ripartire il costo sostenuto dall’azienda per acquistare un bene durevole da impiegare nel processo produttivo per più anni.
Si pensi ad un macchinario il cui costo pluriennale viene ripartito tra gli esercizi di vita utile del bene, in virtù della sua utilità aziendale. Il costo viene ripartito in quote costanti per il numero degli anni in cui sarà utilizzato il bene.
L’ammortamento offre la possibilità all’azienda di recuperare il capitale investito, di procurarsi liquidità imputando a conto economico i costi non monetari, contrapposti a ricavi monetari derivanti dalle vendite.
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Ripartizione del fabbisogno finanziario nell’autofinanziamento
E’ necessario effettuare un’ adeguata e puntuale qualificazione del fabbisogno al fine di scegliere le più opportune modalità di copertura. Pertanto è possibile distinguere il fabbisogno in:
- Fabbisogno duraturo, legato ad investimenti in immobilizzazioni e quindi a ciclo economico pluriennale, il cui valore si riduce di anno in anno per effetto del processo di ammortamento; tali investimenti richiedono un esborso concentrato nel tempo e non sono liquidabili fino al momento della sostituzione;
- Fabbisogno duraturo legato a poste rinnovabili. E’ il caso del capitale circolante il cui ammontare complessivo può rimanere invariato anche se le singole poste che lo compongono mutano continuamente.
- Fabbisogno temporaneo è estraneo alla ordinaria gestione dell’impresa, si pensi ad eventi occasionali, esempio investire in scorte speculative legata a circostanze che rendono favorevole l’operazione di acquisto.
Il fabbisogno finanziario si caratterizza per la durata e la stabilità, pertanto le imprese devono assicurarsi una tempestiva disponibilità di fondi ma anche un piano di rimborso di finanziamenti coerente con la capacità dell’impresa di adempiere regolarmente ai pagamenti. Esempio un mutuo decennale è adatto a far fronte all’esigenza di acquistare un impianto di durata pluriennale. Gli ammortamenti che si genereranno da questo investimento si tradurranno in una sorta di autofinanziamento poiché mettono a disposizione i flussi necessari per sostenere le operazioni di mutuo.
E’ importante la coerenza temporale tra fonti e impieghi perché garantisce un rientro di capitale nei termini prestabiliti.
Patrimonio netto
Il patrimonio netto è l’insieme delle risorse, differenza attività e passività, che un’azienda possiede come finanziamento interno, detto anche capitale proprio, e si compone di:
- Capitale sociale, apporti dei soci in denaro o in natura, l’insieme dei mezzi necessari, a dare vita alla società;
- Riserve, utili non distribuiti, che possono essere utilizzate per aumentare il capitale o per garantire stabilità al capitale sociale in caso di perdite;
- Perdite che si sono verificate nell’ esercizio e che devono essere sanate con le risorse disponibili.
- Utili conseguiti in attesa di destinazione. Possono essere distribuiti ai soci, investiti per aumentare le riserve o usati per coprire le perdite.
Correlazione entrata finanziaria e entrata monetaria
Affinché l’azienda possa contare sulle proprie risorse interne è necessario che le entrate finanziarie si traducano in entrate monetaria.
Si pensi ad un credito, potenziale entrata finanziaria, finché non viene riscosso, finché non si traduce in denaro contante, l’azienda pur essendo solida finanziariamente, dal punto di vista monetario, non ha soldi.
Esempio di autofinanziamento
Flussi di impiego | Flussi di finanziamento | ||
Capitale lordo | Autofinanziamento netto di esercizio (E) | 386 | |
Scorte liquide | 48 | Fonti esterne | |
Crediti di regolamento | 210 | Indebitamento per prestiti | 146 |
Magazzino | 70 | Rimborso per prestiti | -108 |
Totale (A) | 328 | Indebitamento netto (F) | 163 |
-Passivo corrente | |||
Debiti di regolamento | 158 | ||
Debiti presunti | 104 | ||
Totale (B) | 262 | ||
Capitale circolante netto (C=A-B) | 66 | ||
Immobilizzazioni nette (D) | 521 | ||
Fabbisogno capitale per flussi netti di impiego (C+D) | 587 | Coperture da flussi netti di finanziamento (E+F) | 587 |
Dall’esempio emerge che l’azienda ha un’ottima capacità di autocopertura finanziaria, infatti l’autofinanziamento generatosi dalla gestione corrente per 386 contro un fabbisogno per circolante netto per 66.
Un altro esempio pratico e molto chiaro è rappresentato sul seguente sito http://www.businessplanvincente.com in cui sono descritte due situazioni: la prima è il caso in cui un’azienda ricorre al finanziamento di investimenti con i debiti e con versamenti da parte di soci.
Un altro è il caso in cui l’azienda ricorre per la maggior parte a proprie risorse interne, dunque all’autofinanziamento.
Inoltre in un nostro precedente articolo abbiamo affrontato la tematica inerente al controllo di gestione, alla pianificazione finanziaria per avviare il controllo di gestione, al piano degli investimenti in capitale fisso ai fini del controllo di gestione, al piano degli investimenti in capitale circolante, con budget di cassa utile strumento per il controllo di gestione ed esempio pratico di controllo di gestione, al seguente link: Come avviare il controllo di gestione
Se hai bisogno di aiuto per pianificare le tue risorse possiamo aiutarti nel calcolo specifico del fabbisogno finanziario che soddisfi le tue esigenze.
Se hai Ancora dubbi su Come si calcola l’autofinanziamento scrivilo nei commenti, a presto!
2 Comments
con il controllo di gestione e tesoreria vai una spada
complimenti Andrea
Sei gentile Luca
Continua a seguirci e speriamo di poterti aiutare di nuovo!