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Potere decisionale – come funziona nel controllo di gestione

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Pubblicato da Dr. Andrea Raffaele at 13 Dicembre 2020
controllo di gestione

controllo di gestione

Controllo di gestione: Cos’è Il potere decisionale in un’azienda e quando bisogna prendere delle decisioni importanti tramite il controllo di gestione

Quando in un’azienda bisogna prendere delle decisioni importanti bisogna innanzitutto capire di chi è il potere decisionale ed applicare un buon controllo di gestione.

Gli argomenti della Guida Societaria

  • Potere decisionale – Cos’è
  • Livelli del potere decisionale nel controllo di gestione
  • Potere decisionale nel business plan
  • Tipologie di potere decisionale
  • il potere decisionale del CEO
  • Rapporto tra analisi dei mercati e potere decisionale
  • Le conseguenze del potere decisionale
  • La metodologia predittiva razionale
  • Come utilizzare il metodo predittivo razionale
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Potere decisionale – Cos’è

In un’azienda il potere decisionale è detenuto dal soggetto economico, cioè dalla persona o dal gruppo di persone che rappresentano gli interessi economici dell’azienda.
Se il potere decisionale è in mano a una persona singola, probabilmente quell’azienda è economicamente detenuta in toto, o quasi, da quella persona.

Il caso di aziende con più azionisti, invece, è quello in cui il potere decisionale è detenuto da tutti gli azionisti con particolare riguardo a quelli di maggioranza.
Chi possiede più quote di un’azienda deve necessariamente avere più voce in capitolo sulle modalità di spesa delle finanze.

Bisogna tenere presente che nelle aziende esiste anche il soggetto giuridico, ovvero la persona o la società che si assumono le responsabilità legali di tutte le azioni dell’azienda.
Anche se formalmente il soggetto giuridico non ha potere decisionale, tutto dipende dalla composizione dell’azienda.

controllo di gestione

Livelli del potere decisionale nel controllo di gestione

Il potere decisionale si articola in diversi livelli.
Nelle aziende con un solo titolare (generalmente facenti parti della costellazione delle piccole e medie imprese) il soggetto giuridico e quello economico sono uguali, poiché concentrati nella stessa persona: il titolare.
In questi casi il potere decisionale è totale, e il titolare non si consulta con nessuno.

Lui ha in mano le voci di bilancio e decide quanto spendere per determinati investimenti, ed è sempre lui che risponde legalmente in caso di problemi.

Nelle aziende più grandi, che invece applicano un buon controllo di gestione, il potere decisionale si articola in livelli più complessi dal momento che ci sono molti dipendenti, azionisti e collaterali.

leggi Anche: Controllo di gestione - Definizione e fasi

Potere decisionale nel business plan

Per quanto riguarda, ad esempio, i business plan, il potere decisionale spetta all’assemblea degli azionisti con a capo l’amministratore delegato.
Nessun progetto commerciale può essere approvato senza questi soggetti.

I singoli uffici, invece, hanno potere decisionale ai bassi livelli, ad esempio per quanto riguarda l’applicazione delle regole e per quanto riguarda la gestione del lavoro interno.
Gli azionisti e il CEO non si occupano di risorse umane.

L’ufficio preposto alla gestione del personale ha il 100% di potere decisionale sulla gestione delle carriere dei dipendenti in relazione alla loro produttività.

Tipologie di potere decisionale

Il potere decisionale si articola anche per tipologia.
Esiste, per esempio, un potere sulle decisioni prese in materia di comunicazione e ufficio stampa.
Al netto delle regole concordate ai piani alti dell’azienda, il profilo comunicativo aziendale è interamente gestito dall’ufficio stampa in completa autonomia.
Il responsabile ha il potere decisionale sulle comunicazioni istituzionali e sulle notizie da diffondere tramite comunicati e conferenze stampa.

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il potere decisionale del CEO

Quando in un’azienda si tratta di prendere decisioni bisogna convocare immediatamente l’assemblea dei soci. Soprattutto se la decisione riguarda nuovi investimenti o nuovi piani commerciali bisogna seguire un processo logico per prendere decisioni.

Fondamentale, in questo momento, è il ruolo del CEO o amministratore delegato. Generalmente ha lui in mano il business plan e il budget generale d’impresa stilato dal commercialista di fiducia aziendale.

Tramite questo documento dettagliato, fornito in copia a tutti coloro che devono contribuire alla presa delle decisioni, si inizia ad esaminare la possibilità di portare avanti il nuovo progetto.

Il processo di presa della decisione ha inizio generalmente con una fase monologica, durante la quale il CEO spiega le intenzioni del nuovo programma e illustra il business plan.

Ha seguito, poi, una fase dialogica in cui tutti i membri del consiglio di amministrazione esprimono la propria opinione alla luce dei dati contenuti nel business plan.

decisione Aziendale

Rapporto tra analisi dei mercati e potere decisionale

Nel processo di presa della decisione ha un ruolo fondamentale l’analisi dei mercati. Questa parte si svolge nella fase monologica, quindi quando il CEO illustra il business plan. Il CEO fa presente quali sono i dati emersi dall’analisi dei mercati sia empirica che sul web.

leggi Anche: Autofinanziamento: Come si calcola nelle società

Quest’ultima, effettuata utilizzando i trend di Google, è molto indicativa soprattutto se si vuole realizzare un piano commerciale che comprenda l’e-commerce.

Prima di prendere qualsiasi decisione bisogna conoscere i mercati e i loro andamenti, soprattutto per realizzare una commercializzazione coerente.

I manager dell’azienda possono poi proporre strategie di marketing integrato nella fase dialogica, per mettere a punto un piano marketing che sia condiviso da tutti.

Ogni decisione, comunque, viene presa in modo consessuale e senza la prevaricazione di un membro sugli altri, seguendo le regole dello statuto dell’azienda.

Le conseguenze del potere decisionale

Dopo aver sviscerato tutte le idee, il processo di presa di una decisione aziendale ha anche delle conseguenze.

Dal punto di vista della produttività, gli operai si mettono subito al lavoro con i progetti davanti a sé per realizzare il nuovo prodotto.

Se il meccanismo di produzione non è interno all’azienda (come accade ad esempio nelle multinazionali) ma è suddiviso in più aziende, i comunicati vengono diramati tempestivamente per iniziare la produzione.

Anche l’ufficio marketing si mette immediatamente al lavoro per creare una campagna pubblicitaria efficace.

L’ufficio amministrazione commerciale, invece, prende accordi con i mercati dove il prodotto verrà commercializzato, trattando su eventuali forniture e prezzi di vendita.

Ogni imprenditore si trova di fronte a dubbi e scelte da fare quotidianamente.

Il dilemma di chi guida e gestisce un’azienda, almeno il più importante, è rappresentato da una domanda: come prendere decisioni efficaci? Bisogna districarsi tra mille variabili e riuscire a compiere i passi giusti per non perdere terreno o commettere errori che possano arrivare a danneggiare la propria ditta.

A suggerire un metodo funzionante sono gli esperti, studiosi con competenza e studi approfonditi.

La metodologia predittiva razionale

La metodologia predittiva razionale consiste in un processo scientifico di stampo galileiano.
In realtà si tratta di un misto tra la scienza e la saggezza popolare.

leggi Anche: Break Even Point, calcolo del punto di pareggio

Per fare un esempio utile, si può ipotizzare di avere un grande vaso di vetro colmo di palline e chiedere a una moltitudine di soggetti il numero esatto di palline.

Nessuno riuscirà a indovinarlo, ma con il metodo predittivo razionale si fa una media tra le varie risposte e si raggiunge un risultato sorprendente.

La questione, però, è capire come applicare il sistema alle imprese per prendere decisioni efficaci.

Come utilizzare il metodo predittivo razionale

Per utilizzare il metodo predittivo razionale bisogna considerare una cornice temporale, ovvero quella della previsione, lunga nella stessa misura del problema strategico.

In quel lasso di tempo possono verificarsi eventi imprevisti ed è proprio in questo aspetto che bisogna usare la razionalità.

Le previsioni devono essere fatte, è l’unico vera opzione, conoscendo l’ambiente, l’andamento di determinati fenomeni, sapendo quanto è accaduto prima.

Ci sono tuttavia delle trappole cognitive, da quelle semantiche a quelle percettive, che possono indurre chi prende la decisione in errore.

Per evitare di cadere nella trappola, bisogna rimanere sulla razionalità, riconoscere i tranelli e ci si trova così ad aver compiuto già i due terzi del percorso decisionale.

La sintesi di tutti questi aspetti e il metodo Crowdshang, che si può attuare in pochi e semplici passaggi.
Prima si chiede una stima generica alle altre persone, cercando di avere una quantità sensibile, differenziando eventualmente la domanda fatta loro.

Si considera che la saggezza popolare ha un margine di errore del 2,5%.

A quel punto si cominciano ad analizzare le risposte ottenute, facendo una stima dei dati ottenuti.

Così si avranno nuove informazioni e il margine di errore scenderà allo 0,9%.

Infine si propone la migliore stima a un gruppo di esperti formati sulle previsioni.

Il loro feedback permetterà di ridurre la percentuale di errore allo 0,3%.

Adottando questo metodo si riesce a prendere efficacemente le decisioni, ma ciò che viene dimostrato è che si deve sempre condividere e saper ascoltare.

Fare delle scelte è una questione di responsabilità, ma fare tutto da soli non è mai una buona idea.

 

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Dr. Andrea Raffaele
Dr. Andrea Raffaele
Consulente Societario, di Direzione e Giurista d'impresa. Svolgo attività di supporto legate al controllo di gestione, ad operazione di M&A ordinarie e straordinarie, revisione, consulenza fiscale e finanziaria su bilanci individuali e consolidati. Scopri di più o parlane con noi!

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