
Tax e Due Diligence
Il sistema tributario Italiano è basato sull’autoliquidazione delle imposte, dove le imprese hanno degli obblighi di natura contabile (contabilità semplificata e contabilità ordinaria) e alla fine dell’anno redigono il bilancio di esercizio. Sulla base dello stesso alla fine di ogni anno alla scadenza del 31/10 dell’anno successivo devono essere presentate la dichiarazione dei redditi. È dunque un meccanismo che si risolve tutto all’interno della società, ovvero la società fa le registrazioni, redige il bilancio e con la dichiarazione dei redditi, autodetermina il carico fiscale che deve versare. Viene fatto tutto in casa, ovviamente se funzionasse soltanto in questa maniera il rischio più grande che si viene a creare è l’evasione fiscale. Il potere di controllo da parte dell’amministrazione finanziaria mitiga questo fenomeno: si ha dunque un controllo sia dalla guardia di finanza che soprattutto dall’agenzia delle entrate, (la guardia di finanza sarà sempre un organo ispettivo ma il potere accertativo e di emettere l’avviso di accertamento, cioè l’atto amministrativo che legittima la pubblica amministrazione a “mettere le mani in tasca” è soltanto dell’amministrazione finanziaria).
Track record delle operazioni
Vuoi sapere come decine di imprenditori hanno migliorato l’organizzazione e aumentato i profitti? Scarica subito il track record delle operazioni
L'indice della guida
Due Diligence definizione
è un’attività organizzata finalizzata alla raccolta e alla verifica delle informazioni di natura patrimoniale, finanziaria, economica, gestionale, strategica, fiscale ed ambientale relativamente ad una azienda in modo da ottenere una fotografia particolareggiata della realtà in essere. Quando viene dato un incarico di due diligence in ambito fiscale, quello che chiede il committente è verificare se il bilancio che è stato depositato è rappresentativo di tutti i rischi potenziali che derivano anche dall’ambito fiscale. Il fine della due diligence fiscale sarà graduare ogni singolo rischio che, abbiamo individuato secondo quello che i principi contabili OIC dei debiti, grava come passività potenziale. Si va a fare una due diligence per vedere se sono state applicate correttamente le normative fiscali nella determinazione del reddito di impresa e dell’IVA e tutto questo per capire se nel bilancio sono state riflesse delle passività e se queste passività sono state correttamente graduate secondo il grado di rischio individuato nel principio contabile; probabile possibile o remoto. Il grado di rischio deve essere:
- Probabile, una passività è probabile quando ragionevolmente “si perde”. Il redattore del bilancio è obbligato sia ad accantonare un fondo rischi e sia a darne disclosure in nota integrativa;
- Possibile, una passività è possibile ove “ce la giochiamo”. Passività che c’è da darne menzione integrativa ma si può non effettuare un accantonamento a fondo rischi;
- Remota, una passività è remota quando mi stanno attaccando, ma ho forte probabilità di difesa. Su un rilievo di natura remota non ho l’obbligo di contabilizzarlo, dunque a fare un accantonamento, e non ho l’obbligo di scriverlo in nota integrativa. Nelle grandi aziende anche se il rischio è remoto nel bilancio si dà sempre informativa.
A volte l’amministratore può decidere comunque di darne disclosure anche se è remoto, anche perché già siamo dentro una stima e a volte è difficile capire quando è probabile e quando non è probabile, a volte la differenza tra remoto e possibile è molto labile e quindi un amministratore coscienzioso tendenzialmente tende a dare disclosure che esiste il rischio.
Viene dunque detto che in base al nostro giudizio si presenta come remoto, però lo scrivo. Le conseguenze sono che se oggi scrivo che un rischio è remoto, poi vado in commissione tributaria e perdo la sentenza di primo grado, a quel punto ho fatto un doppio danno. In primis l’anno dopo sono obbligato a iscrivere un fondo rischi che ho omesso di darne informazione negli anni precedenti in nota integrativa. Non dare informativa in un bilancio di un rischio anche remoto, pur non avendone l’obbligo, può sempre ritorcersi contro.
Capita spesso nelle piccole e medie imprese che non si dia menzione di queste informative, perché dare questo tipo di informazioni crea dei blocchi importanti a livello di sistema bancario. Se io dovessi dare informazioni che ho avuto una verifica della guardia di finanza, un accertamento dell’agenzia delle entrate di un certo rilievo, si vengono a creare delle difficoltà in sede di rinnovo dei fidi oppure di concessione di linee di affidamento. Dunque c’è un po’ questo mal costume, dove non c’è il controllo contabile o il collegio sindacale, di omettere questo tipo di informazioni. Può capitare a volte che una di queste società inciampi in una procedura fallimentare e inciampare in una procedura fallimentare dopo che non hai dato una corretta informativa della vita aziendale può comportare la commissione di reati fallimentari.
L’attività del consulente in questa fase di due diligence diventa molto importante, perché andare ad identificare quelle che sono delle passività potenziali di natura fiscale che non sono riflesse nel bilancio di esercizio, comporta sostanzialmente una diversa ridefinizione del prezzo oppure una garanzia fideiussoria, assicurativa o ancora bancaria che ti copre per tutto il periodo dell’accertamento. Inoltre è importante tenere conto della delicatezza del documento, spesso accade che vengono fatte delle due diligence fiscali nelle società target e poi vengono trovati dei rilievi per centinaia di migliaia di euro che il consulente ha l’obbligo di metterli nei report finali di due diligence. È successo che gli amministratori se li siano tenuti “in bella vista” e quando l’amministrazione finanziaria è arrivata si è trovata già questi documenti preparati. Questo per capire la delicatezza dell’output di un lavoro del genere e di come debba essere trattato a livello di informativa di dati.
Importante ricordare bene che il lavoro della Tax due diligence è andare a vedere le passività fiscali potenziali, quelle riflesse e quelle non riflesse. Per quelle non riflesse dobbiamo andare a graduarle, (probabile, possibile o remoto) per quelle che sono già riflesse bisogna andare a fare un analisi critica per vedere se sono state correttamente classificate sempre come probabili, possibili o remote.
Finalità della due diligence – lo scopo
- Strumento per la determinazione del prezzo di acquisizione/vendita.
- Strumento per la determinazione del valore delle garanzie.
- Strumento per la pianificazione fiscale dell’operazione.
Tipologie di due diligence
- Tax vendor Due Diligence: indagine commissionata dal venditore.
- Tax acquisition Due Diligence: indagine commissionata dal potenziale acquirente.
Invece per quanto riguarda il luogo di indagine abbiamo:
Tax data room: Le Data Room sono usate in numerosi tipi di transazione dove un venditore o un’autorità devono rivelare una grande quantità di dati riservati, confidenziali (comunque non destinati al pubblico), inerenti al bene in vendita, agli interessati all’acquisto, tipicamente nel corso di un’operazione di due diligence per la cessione di un’azienda o di un ramo di essa. La data room tradizionale era davvero una stanza costantemente sorvegliata, situata, di solito, presso la sede del venditore o in quella dei suoi legali che gli interessati all’acquisto e i loro consulenti potevano visitare allo scopo di consultare documenti, registri ed altri dati resi disponibili. Gli interessati all’acquisto, spesso, venivano ammessi alla data room uno alla volta. In caso di operazioni di grande entità venivano coinvolti gruppi di esperti in varie discipline per esaminare al meglio i dati e questo causava un grande dispendio di tempo e di energia: tutte queste persone dovevano recarsi nel luogo dove si trovava la data room, attendere il proprio turno, esaminare i dati e ripetere il tutto in caso di richiesta di dati ulteriori. Si ha un accesso limitato alle informazioni perché chiaramente le informazioni le capisci solamente stando nell’azienda, per questo è meglio l’extensive due diligence;
Tax extensive Due Diligence
questa avviene presso l’azienda target. Stare nei luoghi di lavoro dell’azienda spesso ti permetti di creare dei rapporti, dove riesci ad arrivare ad informazioni dove altrimenti non si potrebbero vedere e raccogliere;
Tax virtual data room (VDR)
Una Virtual Data Room consiste in un sito internet riservato agli interessati all’acquisto ai quali viene fornita la chiave, il certificato, o un altro mezzo per ottenere l’accesso. Gli interessati all’acquisto possono così accedere ai dati, eseguirne il download, interagire con il venditore richiedendo altri dati in tempi limitati e senza dover rispettare turni di consultazione.
Normalmente coloro i quali accedono alle data room devono prima garantire di non diffondere in alcun modo i dati che acquisiscono. Viene utilizzata di più nelle strutture di medie e grandi dimensioni e questo per due ordini di motivi:
- Metti in maniera sistematica su un portale a disposizione della società che ti fa la due diligence i documenti. Inoltre l’acquisizione dei dati viene registrata, riesci così a mappare precisamente quanti elementi sono messi a disposizione, chi ha avuto accesso alle informazioni, i tempi su cui ci hanno lavorato, c’è tutta una serie di raccolta dati che viene fatta.
- Soprattutto le grandi società usano queste virtual data room per due ordini di motivi, il primo è che non gradiscono che professionisti girino per le aziende e il secondo motivo è che quando ci sono delle società molto interessanti sono più di una squadra di professionisti che vanno a lavorare su quel cliente. Chiaramente se una società avesse 10 team di consulenti che si mettono tutti lì a fare quel lavoro verrebbe praticamente ingessata l’operatività della società e non ci sarebbero nemmeno gli spazi fisici per tutti. Vengono così create queste VDR che consistono in un database sui server della società che permette a tutti di prendere visione dei dati. Ci sono società che ti danno la possibilità di scaricare i documenti e stamparteli e altre società che non ti permettono di fare questo ma solo di prenderne visione in queste VDR.
Escamotage e suggerimenti
Effettua il test societario che ti farà scoprire cosa manca alla tua azienda per prosperare. Il risultato ti darà tanti nuovi suggerimenti e escamotage da applicare fin da subito. Clicca sul pulsante inizia ora.
Gli obiettivi della Tax Due Diligence
- Individuare i punti di forza e di debolezza della società target;
- Evidenziare lo status fiscale generale della società target;
- Aree di criticità fiscale che potrebbero portare ad un contenzioso o all’emersione di passività in caso di verifica tributaria;
- Indicare e quantificare le fattispecie da cui possono generarsi le passività fiscali potenziali (imposte/sanzioni/interessi).
La Due Diligence fiscale può essere commissionata in due maniere
- Full tax due diligence, indagine su tutte le aree fiscali;
- Limited tax due diligence, indagine limitata solo su specifiche aree (preventivamente concordate con il committente). Può capitare che ti viene richiesto di analizzare un unico risultato di un dato soggetto. Per esempio solo l’analisi dell’IVA oppure in società che lavorano con il petrolio si vuole verificare solamente le accise. Vengono dunque richieste competenze specifiche, si fa affidamento anche a colleghi specializzati in questi ambiti. Come per esempio nel doganale, che è un settore molto specifico, si va a chiedere supporto al team che fa costum.
L’esame della società
L’esame preliminare consiste nel verificare se la società è collegata o controllata da parte di società appartenenti allo stesso gruppo, successivamente è importante determinare i rapporti di natura finanziaria, commerciale e di altra natura esistenti tra le società del gruppo, fare poi un analisi dell’ubicazione delle singole società (i.e. black list). Infine bisogna fare un esame della posizione della società con riferimento ai periodi di imposta ancora accertabili.
Periodi di imposta accertabili
Verificare l’esistenza di passività potenziali per limitare l’intervento del fisco per i periodi ancora verificabili:
- Termini di decadenza dell’attività di accertamento dei periodi di imposta;
- Atti posti in essere dal fisco che possono aver interrotto o termini di prescrizione (i.e. PVC);
- Accesso della società ad operazioni straordinarie che hanno comportato la responsabilità solidale per altri periodi di imposta.
Aree specifiche di intervento della due diligence
imposte Dirette (Ires-Irap), IMU, sostituti di imposta, Imposta di registro, Studi di settore, altre (ove esistenti).
Modalità di esecuzione di una due diligence
- Incontri preliminari con il committente;
- Identificazione dello “scope of work” (tempi/modalità/fees);
- Redazione della proposta;
- Individuazione di un team di specialisti fiscali;
- Redazione di una Tax Check-list;
- Raccolta di informazioni e documentazione presso la società;
- Esecuzione dell’attività di Due Diligence;
- Redazione dell’”executive summary”;
- Redazione e discussione del report conclusivo;
- Valutazione dell’operazione di acquisizione.
I requisiti dei team di lavoro sono:
- Conoscenza adeguate alla tipologia di società indagata;
- Esperienza pluriennale nel settore merger & acquisition;
- Perseveranza, intuito, pazienza, riservatezza;
- Integrità morale ed assenza di conflitto interessi;
- Capacità di scambio di informazioni con altri team fiscali.
Modalità di esecuzione della due diligence – 5 fasi
- Analisi delle principali problematiche emergenti dalla documentazione raccolti;
- Colloqui con i responsabili amministrativi;
- Analisi delle carte di lavoro della società di revisione;
- Incontri con i consulenti esterni venditore;
- Verifica di natura formale e sostanziale (puntuale e/o a campione).
Quando i professionisti si preparano per fare una loro attività gli imprenditori hanno già discusso sui punti chiave della trattativa e i consulenti arrivano a posteriori ed è prassi nella cultura imprenditoriale di non farsi assistere in fase di trattativa, ma successivamente.
Il primo step è di preparare una Check List. Questa è il documento che si presenta come il primo output il documento più importante.
4 output di due diligence
- Lettera di incarico, documento con cui si va a definire l’area di indagine, di perimetro dell’attività che verrà svolta. Quindi è un vero e proprio contratto che viene stipulato tra la società di consulenza e il committente, dove viene definito lo “scope of work”, ovvero la serie di attività che il committente ha richiesto. Viene dunque definito il perimetro di azione che deve essere coperto dai professionisti. In questa lettera di incarico vengono definite le modalità dello svolgimento dell’incarico, quindi il tempo che si ritiene stimabile per svolgere l’attività, vengono definiti anche i compensi. Una volta creato il team di lavoro si prepara la cosiddetta Check List;
- Check list, documento speculare a quelle che sono le richieste che vengono fatte dall’agenzia delle entrate e la guardia di finanza e dell’amministrazione finanziaria, quando arrivano in azienda fanno il cosiddetto “accesso”. I militari della guardia di finanza e i funzionari dell’agenzia delle entrate entrano nelle aziende a sorpresa a differenza dei consulenti. Quando arrivano in azienda presentano una lista di documenti da richiedere per poter svolgere le loro analisi. I documenti che si vanno a chiedere per una due diligence fiscale sono, i bilanci, dichiarazione dei redditi, dichiarazione IVA per avere una visione completa delle imposte dirette ed indirette, bilancio di verifica (è il risultato delle scritture contabili in una View, prospettiva di conto, sia conti patrimoniali che economici. In altre parole è una lista dove conto per conto c’è il saldo) questo bilancio di verifica deve quadrare con il libro giornale e con il bilancio. Rispetto alla dichiarazione dei redditi il bilancio di verifica si pone come un bilancio di maggiore dettaglio e ci da la possibilità di capire il motivo alla base delle varie decisioni. Verrà in seguito chiesto il calcolo delle imposte. Le imposte differite attive (imposte anticipate) sono ricavi e imposte differite passive come costi. Contabilmente avere una perdita fiscale comporta un risultato economico nel bilancio civilistico negativo e anche il risultato fiscale con le variazioni in aumento e in diminuzione mi da un risultato negativo. Ciò vuol dire che non solo non pago le tasse ma ci sono andato “sotto” e quindi me lo porto avanti all’anno dopo. Tecnicamente vuol dire che se l’anno dopo ho un imponibile fiscale dello stesso importo della perdita fiscale, io non sono tenuto a pagarlo, dunque ho un credito di imposta. Un credito di imposta è ogni genere di credito di cui sia titolare il contribuente nei confronti dell’erario. Un credito d’imposta può essere destinato a compensare i debiti, a diminuire le imposte dovute oppure, quando ammesso, se ne può chiedere il rimborso, ad es. in sede di dichiarazione dei redditi. Altri documenti importanti che vengono chiesti in sede di due diligence fiscale
- Contenzioso tributario, si va a chiedere se la società è stata soggetta a verifiche di accertamento, se ci sono contenziosi in essere pendenti presso la commissione tributaria si chiede in questo caso la circolarizzazione che viene fatta dai professionisti incaricati della difesa presso le commissioni tributarie. Sulla base di questi elementi si fa una valutazione; se è stato accantonato un fondo rischi, se è congruo l’accantonamento al fondo rischi ecc.
- Violazioni straordinarie, si va a chiedere tutta quella che è la documentazione informativa relativa a fusioni, scissioni, trasferimenti, affitti di azienda, conferimenti di azienda, scambi di partecipazioni e tutto quello che è il mondo delle operazioni straordinarie. C’è una particolare attenzione da parte dei verificatori, delle amministrazioni, da parte dei consulenti quando si arriva in società, a valutare operazioni di natura straordinaria e sono spesso molto complesse soprattutto quando ci sono società multinazionali che a volte c’è un’ingegneria fiscale molto complicata. I rapporti inter-company all’interno del gruppo sono sempre di maggiore rilevanza, perché questi sono i rapporti che hanno due scenari. Rapporti all’interno dei gruppi, di natura internazionale, che hanno disciplina di transfert pricing. Praticamente il valore normale di transazioni in essere per non spostare materie imponibili da uno stato all’altro. Questi rapporti interni spesso sono sotto l’attenzione dell’amministrazione finanziaria, sulla base del principio dell’anti economicità, ovvero l’agenzia delle entrate spesso e volentieri dice che all’interno dei gruppi anche italiani lo spostamento dei ricavi e dei costi all’interno del gruppo viene fatto per errore della base imponibile.
Questi sono i documenti principali che i consulenti vanno a chiedere ed in seguito procedono a fare tutta una serie di analisi e si arriva alla redazione dell’executive summary. Questo è una tabella riepilogativa di tutta l’analisi fatta, dove in maniera molto sintetica, vengono riportati i rilievi che si sono riscontrati. Nel caso delle slide si possono vedere, omessa fatturazione, omessa fatturazione “indennità suppletiva” ecc.
Successivamente viene riportato come sono stati graduati, grado di rischio (probabile, possibile, remoto), l’ammontare della passività viene fatta sia con le sanzioni piene e sia con le sanzioni ridotte.
Rimediabile significa che ci sono alcuni accertamenti che vengono fatti in sede di due diligence che possono essere corretti dalle imprese, per cui si suggerisce quali sono i correttivi da porre in essere. Si va ancora di più a restringere e si dice quant’è il rischio remoto, possibile o probabile. Si fa questa tabella perché sulla base della stessa si va a chiedere garanzie in sede di definizione del prezzo. Il remoto non viene garantito, il possibile viene forse garantito, il probabile si chiede uno sconto del prezzo o una garanzia o una mal leva.
Quando si fa un executive summary va fatto bene, leggibile e più snello possibile. Dopo un executive summary noi faremo un report conclusivo che altro non sarà che l’esplosione ragionata e motivata con tutti i riferimenti di prassi e di giurisprudenza che hanno portato a dire perché c’è quel tipo di passività. Quella che viene letta e quella che interessa è la prima pagina che si chiama executive summary. Uno dei fattori critici del successo o dell’insuccesso di un’operazione straordinaria è un adeguato coinvolgimento dei soggetti apicali. Il decision maker ha sempre poco tempo per prendere delle decisioni e quindi ha bisogno di informazioni sintetiche e precise. Anche se si ha 100 pagine di report fatte benissimo ma se l’executive summary è fatto male tutto il resto perde di effetto e probabilmente non viene nemmeno considerato. Il valore aggiunto della due diligence fiscale è che guardo innanzitutto come vengono calcolate le imposte, guardo la storia della società, da quanti anni ha aperto, guardo gli accertamenti che ha avuto, guardo gli amministratori come li hanno valutati; se hanno detto possibile, remoto, probabile. Questi accertamenti li rivaluto indipendentemente, però va fatto vedere anche altre cose che magari non sono state accertate dall’agenzia delle entrate, ma magari possono essere agganciate in Due diligence. Questo perché facendo questi maggiori accertamenti e verifiche ci si può rendere conto che c’è una politica fiscale che può essere aggressiva e magari non è stata contestata da nessuno, ma si decide comunque di evidenziarla. Questo perché può portare un rischio e poi è un informazione rilevante per l’acquirente per capire la ripetibilità. Dunque quando c’è una politica fiscale aggressiva l’acquirente valuta se, una volta dentro l’azienda, questa politica fiscale aggressiva la vuole portare avanti o smettere per rischiare meno. Però se rischio meno il tax rate sarà diverso, quindi avrò un profilo fiscale diverso inoltre mi rimette alle possibili sanzioni e dunque al rischio. Si incomincia così a costruire una serie di cose che da bilancio non risultano e che creano un quadro che è ben diverso da quello che è stato fatto quando ha fatto la strategia dell’operazione. Il gap informativo è importante e non è possibile colmarlo del tutto, ma per lo meno si può ridurlo.
Relazione finale
predisposizione della relazione finale dcon l’individuazione e quantificazione delle passività (imposte/ sanzioni/ interessi) E valutazione del grado di rischio in:
- Probabile, ove esista un rischio fondato che l’eventuale contenzioso incardinato abbia un esito sfavorevole;
- Possibile, ove si ritenga che l’esito dell’eventuale contenzioso incardinato abbia un esito attualmente incerto;
- Remoto, ove ragionevolmente esistano motivi per ritenere che l’esito dell’eventuale contenzioso incardinato possa essere favorevole.
Conclusioni alla due diligence
Volendo schematizzare il risultato della due diligence può essere il seguente:
- La conferma del prezzo iniziale
- La rideterminazione del prezzo iniziale
- La richiesta di idonee garanzie a tutela
- Il suggerimento all’abbandono delle trattative