Tre sono gli approcci possibili alla politica economica:
– Economia positiva: economista cerca di comprendere implicazioni delle scelte di politica economica sui soggetti con cui ha a che fare, dando per esogene le caratteristiche degli agenti, le tecnologie di produzione, le risorse naturali, la politica economica (scelte sulla spesa pubblica, fiscalità, mercato del lavoro). Nessuna azione di politica economica è neutra (ci sono sempre conseguenze che sono il risultato di scelte).
– Economia normativa: l’economista è “consigliere del principe”, preso atto degli obiettivi del decisore politico (gestione occupazione, tutela ambiente, miglioramento equità fiscale, interventi di commercio internazionale), ricerca le decisioni che possono essere utili a raggiungere quei fini. L’economia normativa si fonda sull’economia positiva in quanto deve avere conoscenze e dati per proporre al decisore alternative, deve saper proporre soluzioni ottimali (first best) e sub ottimali ma realizzabili (second best), deve tener conto dei problemi di asimmetria informativa e di trasparenza. Si definiscono gli obiettivi in confronto con vantaggi e svantaggi alternativi, si interroga sulla fattibilità di un first best altrimenti si tiene conto di un second o di asimmetrie informative.
– Politica economica: azione che il decisore politico intraprende secondo gli obiettivi del decisore, del contesto politico, dei vincoli e delle opportunità, delle procedure da rispettare, degli apparati istituzionali, dei soggetti coinvolti e delle reazioni (funzionari, banche, sindacati, contribuenti).
– Teoria delle scelte pubbliche (Buchanan): politica economica è in un quadro normativo (Costituzione, norme).
– Teoria delle aspettative razionali (Lucas): azioni di politica economica fondate sull’informazione, dove gli agenti economici non agiscono quali automi (che copiano) ma soggetti che giudicano e scrutano il futuro. I valori futuri delle variabili non possono esser previsti nel dettaglio, non è possibile prevedere la reazione di tutti gli operatori eco.
– Modelli esplicativi di comportamenti politici: modi diversi di rappresentare l’economia. Dixit dice che il “principe” non è sempre onnipotente (second best), onnisciente (sa tutto, economia dell’informazione) e benevolo, ma deve valutare gli obblighi che assume con le sue scelte.
Compiti dei decisori di politica economica : Definire le regole del gioco economico (protezione dei consumatori, politica della concorrenza, controllo delle banche, situazione internazionale); Dare soluzione a problemi specifici con tassazione e spese; Realizzare politiche di entrate e di spesa; Governare la domanda e offerta di moneta manovrando tassi d’interesse e liquidità; Governare rapporti internazionali; Attivare e realizzare riforme istituzionali nel lavoro, concorrenza, sicurezza welfare; Produrre beni e servizi. Bisogna tener conto delle differenze di sistema, di cultura istituzionale, economica e sociale.
Obiettivi della politica economica: tenore di vita; crescita e distribuzione del reddito; stabilita dei prezzi; piena occupazione; equilibrio bilancia pagamenti; qualità ambientale; sviluppo equo e sostenibile ambientale eco e sociale. Un obiettivo oggi non accettato dalla comunità internazionale è l’avanzo permanente della bilancia dei pagamenti.
Strumenti di politica economica:
– Macroeconomici: Politica di bilancio; Politica fiscale; Politica monetaria
– Microeconomici: Regolamentazioni; Interventi su famiglie e singole categorie; Strumenti di concorrenza; Strumenti di sicurezza sociale; Incentivi e sussidi alle imprese.
Una politica economica è tanto più efficace quanto più sa utilizzare, anche contemporaneamente, più strumenti per il raggiungimento degli obiettivi. Le istituzioni estendono la loro azione al funzionamento dei mercati e influenzano l’efficacia degli strumenti di politica economica. Il Premio Nobel dell’economia Douglass North definisce le istituzioni come “i vincoli creati dall’uomo per strutturare le interazioni tra gli uomini” che comprendono vincoli formali (regole, leggi, costituzioni, trattati) e informali (norme di comportamento, codici di condotta, convenzioni). Le istituzioni sono una sorta di capitale sociale. Ne fanno parte le organizzazioni dei mercati dei beni, capitali, lavoro e le caratteristiche (legislazione economica, contratti di lavoro) o le caratteristiche delle decisioni di politica economica (procedure di bilancio, regimi di cambio, regole della concorrenza), incluse le regole di funzionamento delle istituzioni private (sindacati, associazioni). La politica economica è contemperamento tra più obiettivi (tasso di disoccupazione e inflazione) con più strumenti, per più soggetti nei cui confronti minimizzare i costi o perdite. Quando un governo persegue n obiettivi deve avere n strumenti secondo la regola di Timbergen; ma è anche possibile perseguire molti obiettivi con pochi strumenti e in presenza di vincoli. L’economista dovrebbe aiutare il decisore a scegliere tra la migliore combinazione ed i possibili aggiustamenti strutturali (riforme). Lo sviluppo sostenibile è un processo di cambiamento con cui lo sfruttamento delle risorse viene reso coerente con i bisogni attuali e futuri. Timbergen dice che in un modello economico, il numero delle variabili obiettivo deve esser uguale al n delle variabili strumentali.