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Consulenza del lavoro – Cosa fa il consulente del lavoro

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Pubblicazione a cura di Dr. Andrea Raffaele del 5 Maggio 2025

Consulenza del lavoro – in questa mini guida andrea a percorrere la professione e scopriremo chi è e cosa fa il consulente del lavoro

Indice della guida

  • Compiti e funzioni del consulente del lavoro
  • Requisiti del consulente del lavoro
  • Incompatibilità consulenza del lavoro
  • Competenze esclusive del consulente del lavoro
  • Come diventare consulente del lavoro: laurea, tirocinio ed esame di stato
    • Laurea del consulente del lavoro
    • Il praticantato del consulente del lavoro
    • L’esame di stato del consulente del lavoro
  • Iscrizione all’albo e formazione obbligatoria
  • Consulenti del lavoro: dalla crisi all’aumento dei guadagni
  • Quanto guadagna un consulente del lavoro dipendente
  • Quanto guadagna un consulente del lavoro con studio personale

Il Consulente del lavoro è un professionista abilitato e iscritto nell’apposito albo, che si occupa di consulenza giuridico-economica, prestata nei confronti di aziende e imprese.

Compiti e funzioni del consulente del lavoro

Il contenuto professionale della prestazione offerta dal consulente del lavoro, attiene l’area di gestione del personale dal punto di vista amministrativo.

Ciò significa che l’ambito professionale comprende:

  • la gestione del rapporto di lavoro, in tutti gli aspetti contabili, contrattuali, economici, giuridici, assicurativi, previdenziali e sociali;
  • la consulenza aziendale;
  • l’assistenza e la rappresentanza del datore di lavoro, in caso di vertenze e in sede stragiudizionale;
  • gli adempimenti fiscali, relativi al rapporto di lavoro da gestire.

La principale funzione consiste nell’elaborazione delle buste paga e in tutti gli adempimenti conseguenti, oltre a quelli relativi all’avvio, alla gestione e alla cessazione dei rapporti di lavoro.

Requisiti del consulente del lavoro

Per esercitare le funzioni di consulente del lavoro, è richiesto dal 2007 un titolo di studio bene preciso:la laurea. Successivamente è anche necessario svolgere un periodo di praticantato della durata di 18 mesi e, al termine, superare un esame di stato che fornisce il titolo per essere iscritti nell’albo professionale.

Incompatibilità consulenza del lavoro

Svolgere la professione di consulente del lavoro è incompatibile con la qualifica di impiegati di enti pubblici, di dipendenti degli istituti di patronato, di appartenenti ad organizzazioni sindacali, di giornalisti professionisti, di notai ed esattori di tributi.

Competenze esclusive del consulente del lavoro

Nel nostro ordinamento non sono previste competenze esclusive del consulente del lavoro, perché per la legge italiana esistono anche altri soggetti autorizzati alla tenuta dei libri contabili obbligatori in materia di lavoro. Questi soggetti sono i ragionieri, i dottori commercialisti, gli esperti contabili e gli avvocati.

Come diventare consulente del lavoro: laurea, tirocinio ed esame di stato

Laurea del consulente del lavoro

Il titolo di studio che deve possedere l’aspirante consulente del lavoro è la laurea: triennale o quinquennale in Giurisprudenza, Economia o Scienze Politiche; il diploma universitario o la laurea triennale in Consulenza del Lavoro o la laurea quadriennale in Giurisprudenza, in Scienze Economiche e Commerciali o in Scienze Politiche.

Il praticantato del consulente del lavoro

Il futuro consulente dovrà svolgere un periodo di pratica professionale della durata di 18 mesi, presso un consulente del lavoro iscritto all’albo.

L’esame di stato del consulente del lavoro

Al termine del praticantato si potrà sostenere l’esame di stato, composto da due prove scritte e una prova orale. Le materie oggetto della prova sono: diritto del lavoro, legislazione sociale, diritto tributario, elementi di diritto privato, pubblico e penale e nozioni generali di ragioneria.

Iscrizione all’albo e formazione obbligatoria

Al superamento dell’esame finale, si acquista il diritto di essere iscritti nell’albo professionale con l’obbligo della formazione continua, di solito annuale.

Consulenti del lavoro: dalla crisi all’aumento dei guadagni

Dopo un calo di guadagni registrati nel 2014, oggi la professione di consulente del lavoro torna a rendere.

Quanto guadagna un consulente del lavoro dipendente

In questo caso i guadagni sono inferiori, rispetto ad un autonomo, ma sono pressochè garantiti in misura fissa. La cifra all’anno si aggira intorno ai 25.000 euro lordi.

Quanto guadagna un consulente del lavoro con studio personale

All’anno il guadagno medio di questa tipologia professionale si colloca tra i 45.000 e i 50.000 euro lordi. I guadagni sono più considerevoli, ma il fattore rischio è maggiore. Inoltre il guadagno dipenderà dal numero di clienti e dalla fiducia che si riuscirà ad ispirare. Si può arrivare anche agli 80.000 euro lordi annuali.

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