Start up innovative senza notaio: Come costituirla online
Startup innovative: mini guida su finanziamenti, accelleratori, crowdfunding, costituzione, agevolazioni e fisco sulle startup
Startup – Agevolazioni fiscali, attenzione al mondo dell’università e della ricerca, sviluppo di nuove tecnologie: questi gli obiettivi con cui, nel 2012, il ministero dello Sviluppo economico ha introdotto la nuova forma societaria della start up innovativa.
Le nuove normative hanno dato il via ad un boom delle registrazioni tramite procedure online, delle persone occupate e delle risorse finanziarie.
L’azienda start up innovativa è stata introdotta dal Decreto legge 179 del 2012: parliamo di una società di capitali (sapa, spa o srl) o di una cooperativa residente in Italia (anche con una sola filiale) che si occupa di sviluppare, produrre o commercializzare beni o servizi dall’altro valore tecnologico.
Per poter essere considerata una start up innovativa, l’azienda non deve avere più di 60 mesi di vita, il valore della produzione non deve superare i 5 milioni di euro.
Le azioni della società non devono essere quotate, gli utili non possono essere distribuiti per tutto il periodo delle agevolazioni e la ditta non deve essere frutto di una fusione o di una cessione.
Si tratta di caratteristiche, assieme a quelle riguardanti nello specifico le agevolazioni fiscali, assai importanti e ne consegue l’importanza di rivolgersi ad un commercialista fidato per seguire tutte le pratiche in oggetto
Altro requisito della start up innovativa concerne principalmente l’occupazione e la ricerca.
La società deve possedere una privativa industriale oppure impiegare personale dottorandi o dottorati in ricerca e laureati oppure ancora deve investire in spese di ricerca e sviluppo.
Solo rispettando una di queste tre caratteristiche l’azienda potrà accedere alle agevolazioni in merito alla copertura delle perdite ed in materia di quote societarie.
Se l’obiettivo è lo sviluppo del settore tecnologico, infatti, è presumibile che i mercati possano rispondere inizialmente con diffidenza al core business di una start up che avrà bisogno di un po’ più di tempo per mettersi in sesto.
È per questo che il Governo italiano agevola queste imprese permettendo di riportare le perdite superiori ad un terzo del capitale sociale entro il secondo esercizio successivo e non entro quello successivo.
Ma non è tutto: se il capitale sociale è ridotto al di sotto del minimo legale, si può attendere l’esercizio successivo per deliberare la riduzione e quindi l’aumento per riportarlo ad una cifra superiore.
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Al momento della costituzione possono essere previste categorie di quote di partecipazione con diritti specifici, prive di diritto di voto o che attribuiscono questo diritto in maniera non proporzionale o ancora su determinati argomenti in particolari condizioni.
Le quote possono essere offerte al pubblico come prodotti finanziari anche attraverso il crowdfunding.
E ancora: la società può assegnare, come incentivazioni, quote di partecipazione ai propri collaboratori, dipendenti e amministratori.
In caso di crisi dell’azienda la start up non dovrà ricorrere alle normali procedure del fallimento, bensì beneficerà del cosiddetto sovraindebitamento, anch’esso introdotto nel 2012.
Start up innovative senza notaio, Dal luglio 2016 è possibile non serve più andare dal notaio per costituire una società nel caso in cui rientri nella categoria delle startup innovative.
La procedura prevede la possibilità di non dover redigere un atto pubblico, ma di redigere lo statuto e l’atto costitutivo online, da sottoscrivere attraverso la firma digitale.
In questo modo si risparmiano tempo e denaro. Tra l’altro va detto che chi investe in una startup può beneficiare di alcune agevolazioni fiscali, così come ci sono vantaggi per la stessa azienda che assume lavoratori a tempo indeterminato. Benefit a parte, se vuoi costituire una startup innovativa online devi sapere che hai diritto a deroghe in relazione al diritto societario.
Inoltre non è soggetta al fallimento, ma applica una liquidazione con procedura specifica.
Per poter diventare una startup innovativa bisogna creare una società di capitali, una cooperativa, una società a responsabilità limitata anche in forma semplificata, una società per azioni, una società in accomandita per azioni.
Non possono accedere a questo tipo di azienda le società di persone.
L’innovazione è certamente uno dei fattori più importanti per la crescita del Paese e per questo lo Stato ha deciso di investire in questo ambito, supportando le imprese.
Per rientrare nella definizione di startup innovativa e poter approfittare dei benefici, bisogna rispettare alcuni criteri:
avere la sede in Italia e svolgere attività sul territorio italiano o in quello dell’Unione europea oppure ancora quello del mercato comune;
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Per costituire le Start up innovative senza notaio bisogna:
scrivere statuto e atto costitutivo utilizzando il modello messo a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico;
far controllare la documentazione da esperti legali;
firmare gli atti digitalmente;
disporre di un indirizzo di posta elettronica certificata;
trasmettere la documentazione alla Camera di Commercio e all’Agenzia delle Entrate;
richiedere la partita Iva ed effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese.
Un bravo commercialista ti aiuta nel compiere correttamente tutti i passaggi, così da non incontrare problemi o incorrere in sanzioni.
L’Agenzia delle Entrate prevede una serie di misure che agevolano la nascita di startup innovative, infatti con la circolare 16/E dell’11 giungo 2014, ha dettato le linee da seguire per poterne usufruire.
Per tutto il periodo in cui la società ha i requisiti che la identificano come startup innovativa non è obbligata ad effettuare il test di operatività per le società di comodo.
E’ esente dal pagamento dell’imposta di bollo e dei diritti di segreteria per l’iscrizione nel Registro delle Imprese.
Le retribuzioni corrisposte ai collaboratori, agli amministratori e ai dipendenti sotto forma di strumenti finanziari sono esenti sia ai fini fiscali che contributivi.
Coloro che investono il proprio capitale in startup innovative si vedranno riconosciute detrazioni e deduzioni di imposta nella propria dichiarazione dei redditi.
Inoltre non sono tassati gli strumenti finanziari ricevuti a fronte di opere, servizi, o di crediti maturati grazie a prestazioni di opere e servizi resi a favore di start up.
Possiamo dire che i programmi di accelerazione hanno una durata definita e vedono il coinvolgimento di mentor e partner industriali.
Alla fine del programma le start up, che inizialmente erano imprese emergenti, ormai diventate imprese mature, incontrano investitori.
L’acceleratore non è auspicabile per le start up in crescita e in sviluppo, meglio supportate da un incubatore che ha tempi di durata inferiori.
L’Italia è un paese che innova, grazie, infatti alla nascita di queste imprese si sono generati nuovi posti di lavoro favorendo la crescita economica italiana.
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investimenti startup innovative
investimenti in startup: Vengono considerate start up innovative anche tutte quelle società che hanno come obbiettivo quello di promuovere il turismo a livello nazionale, sfruttando l’uso di tecnologie e di nuovi software.
L’agevolazione fiscale per gli investimenti in startup riguardanti start up innovative è stata introdotta dal D.L. 179/2012.
Questa agevolazione può essere applicata anche alle molte imprese, piccole o grandi che siano, che sono attive sul mercato da almeno sette anni, solo qualora siano capaci di offrire un progetto nuovo di sviluppo dei propri prodotti o servizi, nuovo o anche solamente migliorato.
A chiunque decida di investimenti in startup denaro in una start up innovativa, sono riconosciute delle detrazioni, tra cui quella di imposta Irpef che prevede il 19% per gli investimenti in startup riguardanti le start up innovative, e il 25% per investimenti in startup che hanno vocazione sociale, ma soprattutto per quelle che immettono sul mercato prodotti o servizi originali, che abbiano un elevato valore tecnologico nel settore energetico.
I dati a riguardo ci mostrano come dal 2017 le aliquote riferite alla detrazione in questo campo siano aumentate del 30%.
L’investimento di una qualsiasi start up va mantenuto per almeno tre anni.
Nel caso si verifichi una cessione, anche solo di una parte dell’investimenti in startup prima della periodo stabilito, il beneficio decade, e c’è da parte del contribuente, l’obbligo di ridare l’importo scalato, più tutti gli interessi connessi all’aspetto legale.
Chi decide di diventare socio di una start up, dal 1 gennaio 2017 può beneficiare degli incentivi Irpef e Ires per un terzo della somma che si è deciso di investire in startup.
Questa, tra le molte leggi approvate dal Parlamento è una delle più significative, perché rappresenta un importante traguardo, in quanto influenza l’agenda politica per tutto l’anno.
Già l’anno scorso passò in secondo piano a causa del passaggio di testimone tra Renzi e Gentiloni, pur sapendo che la legge apportava tante novità importanti per sostenere start up e piccole e medie imprese con idee innovative.
La nuova legge di bilancio permette di rafforzare questo tipo di agevolazione, infatti la quota da poter detrarre ogni anno dall’Irpef, viene innalzata al 30% con un termine massimo di tre anni.
In parole povere il nuovo investitore nelle startup, che sia persona fisica o azienda, che entra a far parte del capitale di una determinata start up, avrà la possibilità di detrarre dalla propria tassazione, un terzo della somma investita.
Per poter usufruire della possibilità di detrarre queste tasse, la persona fisica o l’impresa che decide di investire dovrà richiedere alla start up in questione, copia di alcuni documenti e certificati.
Uno di questi è il certificato che attesti che i limiti massimi per i conferimenti riferiti al periodo di imposta in cui la quota da investire è stata versata, vengano rispettati.